Ponti Gio

Scheda riassuntiva

Categoria: Design

Autore della scheda: Andrea Grilli

Parole chiave: Gio Ponti, Eclissi, violazione diritto d’autore, design

Descrizione: Gli eredi del designer italiano Gio Ponti hanno agito in giudizio contro la ditta C. s.p.a. per l’uso indebito dell’opera Eclissi, pubblicata sulla copertina della rivista Domus del marzo 1957. La ditta ha riprodotto in una tovaglia denominata “Twill” venduta in due diverse dimensioni e con solo mere varianti di colorazione e collocazione. Il giudice di primo grado ha riconosciuto la violazione dell’opera e del diritto d’autore inibendo la produzione dell’opera.

Informazioni sull’artista

Artista: Gio Ponti

Pseudonimo: Gio

Nazione: Italia

Periodo attività: 1921-1979

Background: Gio Ponti è stato architetto e designer italiano collaborando con Richard-Ginori, De Angeli-Frua, Ferrari, oltre alla progettazione e interventi architettonici tra cui il grattacielo Pirelli.

Sito web artista: https://www.gioponti.org/it/

Informazioni sull’opera

Opera: Eclissi

Data di realizzazione: 1977

Tecnica: Disegno per la copertina della rivista Domus

Informazioni sui contenziosi, attività giudiziaria

Autorità giudicante: Tribunale Milano, Sez. spec. in materia di imprese

Sentenza: Ord., 13/07/2020

Attore: Eredi Gio Ponti

Convenuto: C. spa

Massima: “In effetti al disegno “Eclissi” non può non essere attribuita la tutela propria del diritto d’autore rispetto
all’ipotesi di cui al n. 4 dell’art. 2 l.a., individuando in esso i presupposti propri di un’opera figurativa. È documentale che tale disegno sia stato pubblicato per la prima volta sulla copertina della prestigiosa rivista Domus nel 1957 (doc.5 fasc. ric.) e che tale
raffigurazione ne raccoglieva non già la sua strumentalità ad un esclusivo sfruttamento industriale quale specifica opera di design, ancorchè in epoca successiva esso sia stato effettivamente utilizzato per la decorazione di piastrelle, tappeti ecc., bensì il suo carattere di opera figurativa. La pubblicazione di esso in effetti non richiamava alcun utilizzo o destinazione al suo sfruttamento seriale in prodotti di consumo ma ne evidenziava il solo aspetto figurativo di opera d’arte del disegno, del tutto apprezzabile e rilevante in sé a prescindere da eventuali successive utilizzazioni seriali.” (estratto della sentenza)